L’Agriturismo Antica Sosta a Viterbo offre un’eccellente base di partenza per organizzare una vacanza nel territorio della Tuscia e del Viterbese in particolare.
L’Agriturismo Antica Sosta si trova infatti a soli 5 km dal centro storico di Viterbo, la famosa “Città dei Papi“ , nota per le sue origini medioevali, per le Terme di acqua solfurea e per il turismo enogastronomico, meta di molti turisti provenienti da tutto il mondo.
Nelle immediate vicinanze a pochi minuti di macchina è possibile raggiungere il Lago di Bolsena, il Lago di Vico, Civita di Bagnoregio detta la città che muore, il maestoso Palazzo Farnese a Caprarola, l’incantevole giardino di Villa Lante presso Bagnaia, il mare di Montalto e di Tarquinia. Quest’ultima, città famosa per la sua necropoli ed il museo Etrusco.
Alloggiando nel nostro agriturismo a Viterbo è inoltre possibile visitare la città di Roma che si trova a soli 80 km.
Più sotto alcuni itinerari di viaggio suggeriti, per altre informazioni contattateci.
La città di Viterbo, capoluogo dell’omonima provincia, accoglie ogni anno migliaia di turisti attratti dalla bellezza del suo centro storico. I numerosi edifici di epoca medievale, le mura e le torri perfettamente conservate, le fontane e le piazze di Viterbo permettono al turista di respirare un’atmosfera tutt’ora incantata.
Ogni anno, poi, durante la sera del 3 settembre, si svolge il celebre evento del trasporto della “Macchina di Santa Rosa”, un campanile di oltre trenta metri portato a spalla per le vie del centro storico da oltre cento facchini tra lo stupore e l’adorazione della folla riunita in festa.
Vero gioiello di contrada duecentesca, conserva pressoché integro il suo aspetto medioevale; le piazzette, le viuzze, le torri, gli archi, le case con i caratteristici profferli (le scale esterne) creano un ambiente straordinariamente pittoresco, alla cui suggestione è difficile sottrarsi.
Centro del quartiere è la piazzetta di S. Pellegrino, con la chiesa del Santo e l’austero Palazzo degli Alessandri. Fontana Grande, eretta nel XIII sec. e successivamente restaurata, è la più famosa e forse la più bella delle numerose tipiche fontane viterbesi a tazze sovrapposte (Fontana dei Leoni, Fontana della Morte).
Monumento di stile gotico tra i più insigni della città , fu eretto nella seconda metà del XIII sec.. La facciata, preceduta da un’ampia scalinata e sormontata da merlature, si apre con sei bifore unite da una cornice. L’elegante loggia è composta da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano. Il palazzo fu sede di numerosi conclavi, fra cui quello del 1271, che è ricordato come il più lungo della storia della chiesa e che si concluse con l’elezione di Gregorio X dopo 33 mesi di vacanza della sede papale.
L’acqua della sorgente Bullicame, con i suoi 58 C° di temperatura è da sempre la più famosa per le qualità terapeutiche. E’ costituito da varie sorgenti per la maggior parte sulfureo-solfato-bicarbonato-alcalino. La splendida piscina di acqua termale è alimentata dalla sorgente del Bullicame ed ha una superficie di 2.000 mq.
Le origini sono lontane, ma ciò che si vede di più bello e di interessante venne fatto costruire da Vicino Orsini, nato in questa terra nel 1523. Fu uomo romantico e prode condottiero al servizio dello Stato Pontificio, ma tornato dalle guerre fece posare nella valle sottostante il castello, in un meraviglioso parco, una serie di sculture fantasiose e grottesche, tanto che venne in seguito chiamato Parco dei Mostri.
Alla morte di sua moglie Giulia Farnese fece costruire nel parco, in sua memoria, un piccolo tempio dove, secondo le sue richieste, i sacerdoti della zona avrebbero dovuto commemorarla perpetuamente durante le messe.
Per maggiori informazioni: www.parcodeimostri.com
Chi visita la Tuscia non può non fermarsi a Bagnaia per ammirare la cinquecentesca Villa Lante, edificata appena fuori la cinta del borgo antico.
A Bagnaia di dentro, come la chiamavano gli abitanti del posto con esplicito riferimento alla parte più antica, si accede da una porta-galleria incastonata nelle mura del vecchio Castello. Esso domina la Valle Pierina ed è al centro del primitivo nucleo abitativo costruito su un promontorio roccioso, per economia in opere di difesa, detto Castrum. Le prime notizie del Castrum risalgono al 963 d.c., a quel tempo il borgo si chiamava Bangaria (nome forse di origine longobarda), successivamente evolutosi in Balnearia, Bagnaja ed infine Bagnaia. Dentro le mura, vicoli, palazzetti di costruzione medioevale o rinascimentale richiami di arte saracena danno ancora oggi all'atmosfera un sapore antico.
Nel 1567 concrete svolte nel sistema di vita del centro si ebbero grazie al nuovo piano regolatore di Tommasso Ghinucci architetto senese, che dette spazio alla cosiddetta Bagnaia di fuori, il cui fulcro è, oggi come allora, la Piazza XX Settembre, come le tre Vie ispirate al tridente di Piazza del Popolo in Roma.
Caprarola sorge sul versante meridionale dei Monti Cimini, dove il panorama si apre nella grande valle del Tevere. Per la bellezza dei luoghi è stata oggetto nel 1995 di studi della Scuola di Architettura del Principe Carlo d'Inghilterra.
Benché tutto il territorio circostante è ricco di insediamenti etruschi, Caprarola conobbe le prime origini intorno al X sec. poiché, anticamente, i Monti Cimini erano ricoperti da fitti ed impenetrabili boschi chiamati Selva Cimina, alla quale furono legate leggende terrificanti, di mostri e dei malvagi.
Ciò tardò l'insediamento umano e l'arrivo dei Romani. Il medioevo fu caratterizzato dalle contese dei vari feudatari, i Di Vico, gli Orsini e gli Anguillara, fatte di sanguinose guerre e rivalità.
Fu nel '500 che conobbe il massimo splendore, quando i Farnese, con la nomina a Papa Paolo III del card. Alessandro Farnese, e con la costituzione del Ducato di Castro, estesero notevolmente il proprio dominio c Papa Paolo III
ostruendo fastose ville e castelli. A Caprarola fu costruita la villa più rappresentativa del livello di ricchezza e di potenza che questa nobile famiglia raggiunse; il Palazzo Farnese di Caprarola.
Civita di Bagnoregio sorge su un colle affacciato sulla Valle dei Calanchi ed è anche conosciuta come “ Città che muore” a causa della progressiva erosione del colle sui banchi d'argilla che la sorreggono. Il borgo è raggiungibile solo a piedi percorrendo un ponte pedonale in cemento armato.
Tutto ciò ha provocato il progressivo abbandono da parte della popolazione locale nel corso dei secoli, facendo di Civita di Bagnoregio un borgo in cui il tempo sembra essersi fermato, e l’atmosfera è surreale.
Archetti, vicoli, cortili e piccole piazze su cui si affacciano case medievali e rinascimentali ornati da portali in peperino, profferli e bifore. Disseminate qua e là piccole botteghe artigiane in cui vengono rievocati gli antichi mestieri.
Da non perdere la vista dalla Rupe orientale di Civita dal quale ammirare lo spettacolo dei "Ponticelli", una sorta di muraglioni in argilla, ultima traccia di un processo erosivo che dura ancora oggi.
Altro gioiello della provincia di Viterbo, il lago di Bolsena è particolarmente frequentato in primavera, estate e autunno inoltrato per il suo clima mite e per la possibilità di praticare numerosi sport.
Dalla pesca agli sport d’acqua in genere, dalle passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo, fino al semplice relax nelle sue spiagge sabbiose, il lago di Bolsena offre al turista un’attrattiva irrinunciabile.
Dalla primavera inoltrata per tutta l’estate, inoltre, i paesini affacciati sul lago di Bolsena ( Montefiascone, Marta, Capodimonte) sono sfondo di numerose sagre a base di carne, pesce, vino e altri prodotti del territorio, per lunghe cene in compagnia che si protraggono fino a ora tarda grazie alla presenza di bancarelle, stand ed intrattenimento musicale.
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